All’ombra di San Petronio, nel cuore della Bologna medioevale, l’Hotel Commercianti vanta una storia secolare legata al centro storico, mai statico, ma in continua trasformazione, con palazzi, piazze ed istituzioni perennemente riadattati e rimodellati così che, nonostante i secoli di storia, rispecchiano ancora lo spirito dei bolognesi del XXI secolo. La nostra storia seguendo indizi storici, cronache medievali e documenti ... È interessante seguire le tracce lasciate nell’edificio da chi l’ha vissuto come dimora o come “bottega” per gli affari, modificandolo e riadattandolo alle proprie necessità nell’arco dei suoi nove secoli di vita. Se il suo utilizzo come albergo è da collocarsi a cavallo del novecento, la nascita come casa Torre risale all’inizio del secolo XI, quando, in piena età medioevale, si edificavano queste strutture fortificate per resistere all’usura dei tempi e alle ostilità dei nemici.
A tutt’oggi, nonostante le innumerevoli ristrutturazioni, le origini di questa torre continuano ad imporsi: all’esterno l’alto pilastro polistilo e le intelaiature lignee del portico sorreggono ancora la facciata originale, così come negli interni, le travature annerite da un antico incendio sono tutt’ora struttura portante dell’intero edificio. Il pozzo che cala nella profondità del sottosuolo è quello che un tempo riforniva l’acqua agli abitanti della torre mentre gli affreschi, realizzati con le originarie tecniche del “segno a chiodo”, sono quanto rimane dei fasti di ricche famiglie ormai dimenticate.
L’intensa vita e le tante attività che vi si sono avvicendate sono testimoniate da quanto rinvenuto nel corso delle varie ristrutturazioni: cocci di vasellami raccontano la modesta vita di una famiglia nella Felsina etrusca, i fregi geometrici e l’altorilievo di un animale mitologico ricordano la ricchezza della Bononia romana della Regio VIII Aemilia, chiodi e ferri, insieme a statuette in terracotta e pezzi di pignatte ci parlano dell’umile lavoro medioevale di un maniscalco e di un venditore di terraglie.
STORIA DELL' ART HOTEL COMMERCIANTI NEL CENTRO DI BOLOGNA
STORIA DELL' ART HOTEL COMMERCIANTI NEL CENTRO DI BOLOGNA
Art Hotel Commercianti... Una Finestra su San Petronio...
Il nostro Hotel Commercianti è stato riconosciuto come attività storica di Bologna in quanto esistente da più di cento anni nella stessa sede. Questo attestato, certificato dalla Camera di Commercio di Bologna, è stato rilasciato fino al 2015 a sole 53 attività in tutta Bologna.


L’anno 1116, in piena età medioevale, segna la nascita delle libertà municipali: le autorità cittadine eleggono a Casa del Comune la curia di Sancti Ambrosii insieme all’attiguo edificio che oggi ci ospita. Trascorrono sessantatré anni e la sede della "Domus Communis" si trasferisce in zona Archiginnasio per poi, all’inizio del XIII secolo, occupare il Palazzo Civico appositamente edificato in Piazza Maggiore. Non più sede del Comune di Bologna, l’edificio viene vissuto da due tra i più celebri glossatori di Bologna: Alberico di Porta Ravennate che ne fece sede della Società delle Arti, e Odofredo che la utilizzò come abitazione personale. Come usava a quei tempi, ambedue i docenti tenevano lezione presso la propria abitazione, ricevendo il compenso direttamente dai propri studenti.
La fine del XIV secolo vide crescere il poderoso cantiere della Basilica di S.Petronio destinata ad essere perfino più grande di S.Pietro a Roma. Per dare spazio a questa monumentale costruzione fu demolita la maggior parte di un esteso borgo medievale che comprendeva almeno otto tra chiese e torri. Il nostro stabile, anch’esso destinato ad essere sacrificato a questo smisurato progetto, si salvò grazie alla decisione presa dello Stato Pontificio di non permettere il completamento di un’opera che avrebbe oscurato l’immagine di San Pietro, simbolo del mondo Cristiano. Così, come ancora oggi testimoniato dall’incompiuto transetto che troneggia a pochi metri di distanza dalle nostre finestre, il piano originario a forma di croce fu abbandonato e le ali della Basilica non furono più realizzate.

I Templari, antichi documenti del catasto e l’insegna dell’Osteria

Dobbiamo ritornare di nuovo indietro, fino al periodo Medioevale, per poter parlare dell’Ordine dei Templari, un altro illustre protagonista la cui storia si è intrecciata a lungo con quella dell’edificio che ci ospita. Quest’ordine di Cavalieri comparve a Bologna nel 1161 divenendo in breve una delle realtà più ricche e potenti della città: il suo Tempio vantava vasti possedimenti, tra cui terreni per centinaia d’acri, innumerevoli palazzi e ben quattro chiese, tra le quali S.Croce di via De’Pignattari. Come riportato nell’elenco dei beni d’amministrazione ecclesiastica conservati al catasto, a questa chiesa era annessa una locanda per i pellegrini, locanda che a noi piace pensare fosse situata nella Casa Torre che ci ospita.
Come tutte le res humanae, anche il secolare Ordine Dei Templari perse potere e si avviò al tramonto: caduto in disgrazia, nel 1312 con le Bolle Papali “Vox in Excelso” e “Ad providam Christi vicarii” venne sciolto e spogliato di tutti i suoi beni. In seguito la Chiesa di Santa Croce, ceduta nel frattempo dall’ordine religioso che aveva ricevuto in dotazione i beni confiscati ai Templari, venne abbattuta per dare spazio alla costruzione di S.Petronio e di essa non rimase altro che una cappella eretta a sua memoria all’interno della Basilica. Sorte diversa ricevettero gli altri edifici che, come il nostro, erano annessi a Santa Croce: grazie al blocco dei lavori di S.Petronio poterono continuare indisturbati il loro cammino nella storia fino ai giorni nostri.
Dobbiamo attendere altri quattrocento anni per trovare ulteriori notizie storiche del nostro edificio: nell’incisione del 1712 "Giuoco nuovo di tutte l'osterie che sono in Bologna" di Giuseppe Maria Miteli, alla dodicesima casella è raffigurata l'insegna del Giardino di via De’ Pignattari detta della Pellegrina; del nome di questa locanda si trova di nuovo traccia in un contratto di locazione del Commendatario della Magione di Santa Maria del Tempio stilato nel 1760. Di nuovo un balzo in avanti fino agli inizi del Novecento, quando l’Osteria diviene albergo, prendendo nome dai commercianti che frequentavano l’importante mercato tenuto ogni settimana nella vicina Piazza Maggiore.
Oggi Via De’Pignattari è un tranquillo tratto pedonale, ma nei secoli passati era una strada molto movimentata: nata come decumano Romano (all’inizio del nostro portico se ne conserva un tratto originale datato 200 A.C.), ha ospitato nel tempo istituzioni importanti per poi diventare una via di fiorenti attività. Nel XII secolo era conosciuta come Via S.Ambrogio e, data la sua larghezza per i tempi veramente eccezionale, si può dire facesse corpo con la piazza nella quale terminava. Fino al XVII Secolo i duecento metri di questa Via rimasero divisi in tre tratti con nomi diversi a seconda delle attività che vi avevano sede: “Dazi dal vin”, “Pignattar”, “Dal Salario”. Nel tratto “Dazi dal vin”, si trovava l’importante compagnia dei portatori di brenta; il brenta era un contenitore adibito al trasporto del vino, ma i brentatori non erano dei semplici portatori: erano autorizzati dal consiglio comunale ad assaggiare il vino per valutarne il prezzo a seconda della qualità, riscuotendone la dovuta “gabella”. Per far parte di questi “professionisti del bere sano e buono”, era necessario superare un severo esame tecnico e pratico, nonché essere dotati di una notevole forza fisica dal momento che una brenta colma di vino o di uva rasentava i 50 chili. I brentatori ricoprivano anche il ruolo dei pompieri, trasportando l’acqua necessaria per spegnere i numerosi incendi che scoppiavano nelle abitazioni, al tempo perlopiù in legno. “Pignattar” dove i “facitori de pignatte” fabbricavano le pentole in terracotta che traevano il nome dall’originale “pinnata” romana. “Dal Salario” che comprendeva il magazzino del sale.

Nel Seicento la via viene riunificata divenendo Via De’Pignattari; è stata pesantemente ridimensionata dall’edificazione di S.Petronio, ma sbocca in ancora in Piazza Maggiore, la splendida opera medievale divenuta nel frattempo il cuore di Bologna, dove la popolazione si raduna per ascoltare i decreti e le ordinanze proclamate dai balconi del Podestà. Sia la Piazza che le vie limitrofe sono gremite di gente in cerca di divertimento e di affari: una vociante cornice per innumerevoli tornei cavallereschi, sagre e spettacoli che la animano. Oggi come allora Via De’Pignattari gode della vicinanza di Piazza Maggiore, la casa comune a cui ogni bolognese sente di appartenere: qui si tengono le iniziative più amate o importanti della città: dal Carnevale dei Bambini alle elezioni politiche seguite sugli schermi del Palazzo del Podestà, dalla storica tappa delle Millemiglia al Capodanno con il tradizionale vecchione e, non per ultimo, Il rito di partecipare alle interminabili discussioni aperte a tutti che si tengono sul Crescentone.
Bologna è conosciuta come “dotta, grassa e rossa”. È Dotta per la prestigiosa università Alma Mater Studiorum, fondata nel 1063 e per questo una delle più antiche del mondo occidentale. Grassa per la tipica cucina bolognese, fatta di piatti opulenti come le lasagne, i tortellini, le tagliatelle al ragù, la mortadella ed il bollito. Rossa per la calda tonalità dei tetti e delle facciate medioevali del centro storico, uno dei meglio conservati ed estesi d'Italia.
Queste etichette sono lontane dal definire la natura della nostra città, Bologna è soprattutto un modo di vivere, il rito del buon mangiare nelle trattorie, la ricerca della buona compagnia nelle taverne care ai “biassanot”, l’amore per tutta la musica, quella che vive nel Comunale e quella jazz delle osterie e, ancora, della gente che affolla perennemente i mercati ed i famosi trentasette chilometri dei portici, salotto dei migliori negozi di Bologna. A proposito, Se ve lo siete chiesti, “biassanot” in bolognese è chi mastica la notte, e se doveste perdervi, chiedete dov’è “ lalbêrg di comerziant int i Pignatèri” (l’albergo dei Commercianti in via dei Pignattari).

Domenica 10 Maggio 2015 l’Art Hotel Commercianti è stato protagonista di un evento culturale e storico davvero eccezionale.
È stato scoperto che il nostro edificio, oltre all’antico Comune di Bologna e alla sede della scuola di Diritto Romano, fu anche la prima sede storica documentata della Compagnia dell’Arte dei Brentatori nel 1250. Abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di affiggere una targa commemorativa davanti all’Art Hotel Commercianti, nel luogo esatto in cui fu aperta la prima sede della Confraternita, per ricordare un piccolo pezzo della storia della nostra città.
Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio Gian Luca Galletti, l’Assessore Economia e promozione della Città Matteo Lepore, il Direttore Generale di Enit Italia Andrea Babbi, il Vice Comandante dei Vigili del Fuoco Mario Prince e moltissimi altri Ospiti che ci hanno onorato della loro presenza.
Siamo inoltre orgogliosi della serata che ha visto la partecipazione dell’Illustre storico Marco Poli che ha raccontato al pubblico presente chi erano i brentatori e il loro importante ruolo nella società medievale, ma anche Carpigiani che ha creato per l’occasione un gusto di gelato al vino rosso, l’Osteria Trattoria Buca Manzoni e l’Enoteca Giacchero che hanno preparato un buffet davvero eccezionale.

È stato scoperto che il nostro edificio, oltre all’antico Comune di Bologna e alla sede della scuola di Diritto Romano, fu anche la prima sede storica documentata della Compagnia dell’Arte dei Brentatori nel 1250. Abbiamo accolto con entusiasmo l’idea di affiggere una targa commemorativa davanti all’Art Hotel Commercianti, nel luogo esatto in cui fu aperta la prima sede della Confraternita, per ricordare un piccolo pezzo della storia della nostra città.
Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro dell’Ambiente e della tutela del Territorio Gian Luca Galletti, l’Assessore Economia e promozione della Città Matteo Lepore, il Direttore Generale di Enit Italia Andrea Babbi, il Vice Comandante dei Vigili del Fuoco Mario Prince e moltissimi altri Ospiti che ci hanno onorato della loro presenza.

Siamo inoltre orgogliosi della serata che ha visto la partecipazione dell’Illustre storico Marco Poli che ha raccontato al pubblico presente chi erano i brentatori e il loro importante ruolo nella società medievale, ma anche Carpigiani che ha creato per l’occasione un gusto di gelato al vino rosso, l’Osteria Trattoria Buca Manzoni e l’Enoteca Giacchero che hanno preparato un buffet davvero eccezionale.

Alcune notizie storiche sulla Compagnia d’Arte dei Brentatori:
I Brentatori sono una delle più antiche Compagnie delle Arti, sorta di fatto nel 1250 e figura essenziale nella vita medievale: profondi conoscitori ed estimatori del vino erano gli unici giudici che potessero attestarne la qualità e lo trasportavano per mezzo di “Brente” recipienti portati a dorso, ma in caso di necessità assumevano il ruolo di vigile del fuoco, accorrendo con la loro brenta a spegnere i frequenti casi di incendio.
La Compagnia dell'Arte dei Brentatori venne legalmente riconosciuta nel 1407 e venne ad essa riconfermato il pubblico servizio, già assegnatole nel 1250, precisando l'obbligo di accorrere con le brente a portare acqua dove fosse scoppiato un incendio non appena fosse chiamata dal segnale dato dal suono della campana della Torre Asinelli. La sede della Compagnia era a quell'epoca in via del Dazio del Vino, nell’attuale Via dè Pignattari dove sorge il nostro Hotel.